Sulle tracce del martire Antioco ‘patrono della Sardegna
Annalisa Atzei
Venti chilometri separano Sant’Antioco da Iglesias in quello che è il cammino battezzato col nome “Sulle tracce del martire Antioco ‘patrono della Sardegna’” in occasione della prima edizione dell’evento “Noi camminiamo in Sardegna”, promosso dalla Regione Sardegna in collaborazione con la Conferenza episcopale sarda per promuovere i cammini e le destinazioni di pellegrinaggio sardo e inserirli nella rete dei percorsi religiosi nazionali e internazionali. Partner del progetto anche Terre di mezzo editore, la Camera di commercio di Nuoro-Cagliari-Oristano e la Fondazione Destinazioni di Pellegrinaggio della Sardegna, coinvolti direttamente nei cammini con la presenza di giornalisti, fotografi ed esperti di turismo sostenibile provenienti da tutta Italia. Dal 5 all’8 ottobre, l’evento ha reso protagonisti sette cammini che hanno interessato una buona parte del territorio isolano nei comuni di Dorgali, Galtellì, Gesturi, Genoni, Laconi, Luogosanto, Orgosolo, Porto Torres, Iglesias, Carbonia, San Giovanni Suergiu e Sant’Antioco. Un’esperienza di turismo lento e sostenibile che ha messo insieme cultura e spiritualità, natura, senso di comunità e accoglienza in un emozionante intreccio di storia e sentimento destinata a ripetersi nel tempo con il consolidarsi del progetto all’interno delle comunità coinvolte.
Il cammino sulcitano dedicato al santo martire Antioco, l’unico ad aver coinvolto lungo lo stesso tragitto i territori di quattro differenti comuni (Iglesias, Carbonia, San Giovanni e Suergiu e Sant’Antioco) è un mix di tradizioni e devozione che, uniti alla cultura e alla storia dell’isola di Sant’Antioco, esprime oggi la bellezza di una comunità che protegge e insieme condivide con visitatori e turisti anche il proprio patrimonio naturalistico e archeologico. Percorribile a piedi o in bicicletta, il cammino riprende il tracciato di quella che un tempo era la “strada delle reliquie”, percorsa dai pellegrini che da Iglesias si spostavano verso Sant’Antioco per celebrare il santo mauritano e lungo la quale si narra siano avvenuti diversi miracoli a lui attribuiti. Dopo Iglesias, il cammino si avvia verso Barbusi, frazione di Carbonia, dove i pellegrini trovavano ristoro e si fermavano per trascorrere la notte presso l’ulivo secolare ancora oggi esistente, per poi riprendere il giorno seguente il percorso dell’antica processione. In occasione dell’evento, gli ospiti dell’iniziativa, dopo aver visitato Iglesias ed essere giunti a Carbonia passando da Barbusi per percorrere il primo tratto dell’antico pellegrinaggio, si sono uniti ad altri camminatori esterni per seguire il tracciato che unisce Carbonia all’isola di Sant’Antioco, attraversando la miniera di Serbariu, in cui si incrocia per un tratto il Cammino Minerario di Santa Barbara, e proseguire verso la frazione di Is Urigus, così chiamata perché vi passava la processione col santo, a San Giovanni Suergiu. Una sosta per la visita alla necropoli di Is Loccis Santus e poi ancora in cammino sino a raggiungere l’ex centrale di Santa Caterina e deviare per la pista ciclabile che fiancheggia la laguna. Accompagnati da un caldo sole di ottobre il cammino ha fatto sosta per la pausa pranzo nell’area in cui sorgono i due menhir Su Para e Sa Mongia, avvolti dal fascino dei racconti delle guide in cui si fondono insieme storia e leggenda, per poi riprendere sino ai resti dell’antico ponte romano, storico biglietto da visita all’ingresso della cittadina, e giungere infine al lungomare.
Il cammino di Sant’Antioco ripercorre la storia e le tradizioni legate alla vita del martire patrono della Sardegna e all’isola di Sant’Antioco, una comunità viva che negli anni non ha rinnegato nulla del proprio passato, valorizzandolo e facendo sì che l’isola sia divenuta non solo meta di turisti per le sue spiagge, ma anche una tappa da includere in una vacanza all’insegna della sostenibilità in Sardegna. Una storia antichissima a cui si unisce la profonda e indissolubile devozione al santo venuto dal mare, protagonista durante l’anno di ben tre importanti celebrazioni che coinvolgono l’intera comunità antiochense. L’accoglienza e il calore delle persone, elementi che hanno caratterizzato tutti e sette i cammini del progetto, sono infine quel valore aggiunto di ogni itinerario, capace di rendere unica l’esperienza del turismo religioso anche nella diocesi di Iglesias.