Un suggestivo paese del Sarcidano, immerso tra verde e testimonianze preistoriche. Bandiera Arancione dal 2005, Laconi è dalla metà del secolo scorso centro legato ai padri francescani. La sua fama originaria risalta anche per sant’Ignazio, figura di rilievo della Chiesa sarda, nonché primo santo isolano (XVIII secolo). La devozione nei suoi confronti attira qui migliaia di pellegrini ogni anno. Tra le viuzze si snoda un percorso di fede in dieci tappe, che comprende la casa natale del santo. È un cammino di rigenerazione spirituale, grazie ai messaggi di semplicità del santo, che seguì in tutto la regola francescana. L’immagine classica è di umile fraticello, curvo, assorto in preghiera, che non negava aiuto a nessuno. La visita prosegue nel Menhir museum e nel bel parco Aymerich, dove risiedono i resti di un antico castello.
Un’oasi verde dentro il paese, testimonianze preistoriche uniche, valori di comunità. Laconi è un borgo ‘gioiello’ di duemila abitanti immerso in un bosco, a ridosso dei rilievi del Sarcidano, che si fregia della Bandiera Arancione del Touring Club. La fama originaria è legata anche al santo sardo più amato, sant’Ignazio: la sua venerazione attira decine di migliaia di pellegrini, specie durante i festeggiamenti di fine agosto.
La visita parte dalla sua casa natale, che con museo d’arte sacra e parrocchiale dedicata a lui e a sant’Ambrogio, costruita nel XV secolo e più volte modificata nell’Ottocento, sono tappe di un percorso devozionale nel centro storico. In paese ci sono anche le antiche chiese di san Giovanni Battista, con copertura lignea, e di sant’Antonio abate, in onore del quale si accendono a gennaio i fuochi, accompagnati dalla sagra dei dolci tipici. A fine anno si aprono antiche case e ville nobiliari durante la manifestazione Ocraxus.
Ammirerai un museo a cielo aperto: le prime tracce umane risalgono al 6000 a.C. Tra fine Neolitico e inizio dell’età dei metalli (3700-2400 a.C.) si sviluppò un fenomeno scultoreo unico: i menhir. Li ammirerai nel civico museo archeologico della statuaria preistorica, allestito nell’antico palazzo Aymerich.
Ospita alcune decine di monoliti scolpiti, datati tra IV e III millennio a.C., alcuni giganteschi, ritrovati per la maggior parte nel territorio laconese, in particolare nelle località Perda Iddocca e Pranu Maore. Il percorso museale è completato da ceramiche, oggetti in ossidiana e metallo, rinvenuti in altri siti del territorio comunale, tra cui la tomba megalitica di Masone Perdu e il dolmen di Corte Noa. La civiltà nuragica è rappresentata dal nuraghe Genna ‘e Corte, ancora non scavato: torre centrale, cortile e bastione con cinque torri, di cui due più evidenti.
Laconi è il paradiso dei botanici, con boschi, habitat di mammiferi, tra cui la razza autoctona del Cavallino del Sarcidano, e volatili rari. È un’area ricca di tartufi e annovera il più alto numero di orchidee nell’Isola. Risplende, a pochi passi dal centro urbano il parco Aymerich, il cui nome deriva dagli ultimi nobili laconesi. Si articola intorno ai resti medievali di un castello la cui torre maestra viene datata tra l’XI ed il XII secolo. Il castello è suddiviso in due piani: quello inferiore contemporaneo alla torre, quello superiore con finestre e modanature catalano-aragonesi. Di pregio è il porticato. Ai marchesi si deve l’impianto del giardino di piante esotiche integrate alla lecceta: ammirerai un maestoso cedro del Libano, un faggio pendulo, il pino di Corsica, la magnolia grandiflora ed altre interessanti specie arboree. Il verde è intervallato da cavità, ruscelli, cascatine e laghetti, che raggiungerai lungo sentieri.
Degna di visita anche la frazione di Santa Sofia, dove ci sono i ruderi di una chiesa Bizantina e l’affascinante area di Su Dominariu.